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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Elezioni, primarie Pd a Scandicci, Fallani: "Mai vissuto di politica"

Completamento del centro, raddoppio del parco dell'Acciaiolo, creazione del Polo della Formazione, la rivisitazione dell'area sportiva del Turri e estensione dell'area pedonale

Nato e cresciuto a Scandicci, 41 anni, sposato con tre figli. Laureato in Scienze Politiche e con un Master in gestione degli appalti pubblici europei. Dal 2001 al 2005 responsabile delle relazioni istituzionali per H3G brand '3'. Dal 2005 al 2009 è passato ad Ericsson come responsabile dell'Area Centro Italia. Dal 1995 ha iniziato a fare politica come consigliere nella circoscrizione della Piana di Settimo, dove dal 1999 al 2004 ho ricoperto la carica di vicepresidente. Nel 2004 è stato eletto nel Consiglio comunale di Scandicci e ne è stato vicepresidente prima di assumere l’incarico di capogruppo del Partito Democratico. Dal 2009 è assessore al Sociale, Istruzione e Sport del Comune di Scandicci dove ha gestito 7 milioni e 300 mila euro, pari al 43% del bilancio comunale.

Chi è Sandro Fallani?

Chi sono? Sono una persona che ha sempre avuto molta passione per la politica, ma non sono mai campato di politica. Ho lavorato sempre negli ambienti di settore privato. Prima di finire i miei studi universitari lavoravo già. Sono laureato alla Cesare Alfieri di Firenze ed ho un master in gestione appalti pubblici europei. Ho lavorato in H3G ed in Ericsson in un settore importante come quello delle telecomunicazioni. Nel 2009, quando sono diventato assessore, ricoprivo l’incarico di direttore dell'Italia Centrale. In precedenza ero consigliere comunale. Ho sempre concepito l’impegno politico come un servizio: per questo, se dovessi perdere, tornerò a lavorare.

Come è nata l'idea di fare il sindaco?

Sono diventato assessore perché il sindaco Simone Gheri mi ha chiesto dalla sera alla mattina di ricoprire un assessorato delicato ed importante come quello delle tematiche sociali, dello sport e della scuola, settori dei quali non mi ero mai occupato in precedenza. Ho accettato questa sfida, ho lavorato, e nel corso degli anni mi sono appassionato. È stata una bellissima esperienza. In questi ultimi mesi ho sentito una forte spinta dal basso nei miei confronti ed ho nuovamente deciso di mettermi in gioco. Corro come mio solito mettendo insieme competenza, passione. Questa nuova sfida arriva al momento giusto: sono all’apice della mia esperienza umana, familiare, politica. Ritengo di avere tutti gli ingredienti giusti per rappresentare il ruolo di sindaco con energia e determinazione, al servizio della comunità.

Secondo lei di che cosa ha bisogno la Scandicci del futuro?

Deve continuare a puntare sull'innovazione e deve ancora di più fare squadra. Scandicci è innovativa e moderna sotto ogni punto di vista, da quello urbanistico a quello politico. Nello stesso tempo c'è bisogno di persone che stiano fra la gente, che capiscano i desideri più profondi, che accorcino le distanze tra cittadini e istituzioni. Stando insieme diminuiscono i conflitti, le incomprensioni. Insieme si fa meglio economia, si trovano soluzioni ai problemi. Io sarò un sindaco che farà soprattutto questo, starò con le imprese ma con le persone per far crescere Scandicci. Senza condizionamenti. Lo farò mettendoci faccia tutti i giorni, come sono abituato a fare da sempre.”.

Nel suo programma elettorale quali sono i punti fondamentali?

Ho fatto un calcolo che alla fine di questa campagna per le primarie avrò incontrato 2.000 persone. Sto andando di casa in casa, di porta in porta. C'è bisogno di sicurezza, dobbiamo sentirci sicuri e protetti nella nostra comunità, curare il decoro urbano, i marciapiedi, le strade, salvaguardando il commercio di quartiere, facendo del Comune un punto di riferimento per tutti i problemi della quotidianità. Sicurezza significa il vigile di quartiere. Significa anche creare opportunità per il lavoro. Mi impegnerò molto sulla formazione, sui giovani, sui ragazzi. Un altro punto qualificante del mio programma non è il semplice abbattimento delle barriere architettoniche, troppo semplice. Dovrebbe essere già legge. Il mio obiettivo è fare di Scandicci una città non solo accessibile, ma anche funzionale. Funzionale significa che chi ha problemi di mobilità non deve essere suonare un campanello per entrare in un negozio. Vuol dire che i negozi devono essere progettati per fare accedere tutti quelli che sono in carrozzina o che deambulano male. Vedo una città europea, dove ci si incontra nelle piazze con tante occasioni di crescita e cultura. Una città in cui ci si senta ancora più fieri di essere scandiccesi.

E a livello di urbanistica cosa c'è da fare?

Io penso ad una città fatta di persone prima che di muri. Negli anni passati è stato costruito molto ma in questi ultimi anni abbiamo intrapreso una strada diversa. Sono convinto che occorra lavorare sul piano della qualità. Bisogna proseguire con il completamento del centro, le principali grandi priorità sono quella del raddoppio del parco dell'Acciaiolo, la creazione del Polo della Formazione dove verranno ospitati 2.600 ragazzi, la rivisitazione dell'area sportiva del Turri, l’estensione della pedonalizzazione del Centro.

Per i quartieri ed i borghi non centrali invece?

Non c’è solo il centro. La stessa attenzione e cura va dedicata allo sviluppo dei quartieri e dei borghi. Anche in questo caso occorre puntare sulle piazze, sui marciapiedi e il decoro urbano, il commercio di quartiere, i luoghi di incontro sociale. Ho in mente un progetto concreto per ciascun borgo della città. Se la politica vuol tornare ad essere vicina ai cittadini deve avere il coraggio di dire la verità, non di fare promesse. I verbi al futuro non mi piacciono, mi piacciono i verbi al presente. E occorre dire le cose come stanno. Quest'anno sono stati spesi 900.000 euro per il rifacimento dell'arredo urbano. Le risorse sono poche. Questo vuol dire che occorre fare delle scelte sulla base di un ragionamento razionale ed oculato. Per questo occorre un sindaco indipendente, autonomo che ci mette la faccia nelle decisioni che prende e che le motivi.

Se dovesse parlare di tramvia?

Allungare la tramvia significa dare una ulteriore spinta per l'innovazione a Scandicci. Costa 40 milioni di euro allungarla. Cosa si può fare? L'allungamento della tramvia è già scritto nel regolamento urbanistico. Il costo medio è 15 milioni di euro a chilometro. Il piano di investimenti del Comune è di 4 milioni. Se seguissimo questa strada, il Comune dovrebbe destinare per dieci anni tutti i suoi investimenti. Così non può funzionare. Dobbiamo andare a prendere i finanziamenti che l’Europa destina all’Italia, 100 miliardi in tutto. Lo abbiamo già fatto per altre opere importanti: dobbiamo puntare a raddoppiare questi stanziamenti. Una parte della tramvia dovrà essere finanziata in questo modo, una parte ce la mettiamo noi e una parte chi la gestirà. Ce la dobbiamo fare. Voglio essere un sindaco che cambia la città e che la fa crescere.

Come pensa di risolvere i problemi di collegamento fra la tramvia e l'ospedale di Torregalli?

Anche se manca un progetto in tal senso occorre assolutamente pensare a un braccio laterale della tramvia che vada in quella direzione. Per fare questo occorre capire dove passare e quale sarà il futuro della caserma dei Lupi di Toscana. Per questo motivo occorre un ragionamento di squadra con Firenze. Per questo occorre una visione più ampia, non ridotta ai confini amministrativi. Una progettazione a carattere metropolitano. Attenzione, però: questa parola però non deve essere un mantra, uno slogan vuoto che va bene per tutto. Lavorare in un’ottica di area metropolitana significa una progettazione congiunta dal punto di vista urbanistico, una riorganizzazione dei servizi, del personale, delle gare. Significa poli amministrativi compattati, così si risparmia sui dirigenti. Ma la responsabilità politica è dei sindaci. La decisione ultima deve passare da qui.

C'è un progetto che le sta particolarmente a cuore che non è riuscito da fare da assessore e che vorrebbe fare da sindaco?

La scuola Pettini, nata per due sezioni e che va avanti con tre sezioni da sei anni e quindi va rifatta.

Cosa si aspetta da queste primarie?

Mi aspetto una cosa semplice, che le persone votino giudicando il lavoro e le cose che ho fatto. Mi aspetto di vincere.

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