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Elezioni, primarie Pd a Scandicci: "Lavoratori di Li-nea la priorità"

Quaranta minuti per conoscere tutti i dettagli del programma elettorale dell'attuale assessore provinciale alle infrastrutture Marco Gamanossi

In poco più di quaranta minuti tutto quello che c'è da sapere su Marco Gamannossi, candidato sindaco alle prossime primarie Pd di Scandicci, e sul suo programma politico. Classe 1983, nato a Bagno a Ripoli, ma scandiccese da sempre, laureato in storia dell'arte e attuale assessore alle infrastrutture della Provincia di Firenze. Gamannossi è stato il primo segretario comunale del Pd. Nel 2009 fu eletto in consiglio provinciale e subito dopo entrò in Giunta. Sposato e padre di due figli: Enrico e Irene. Il tempo libero lo dedica alla musica, alla fiorentina e al suo telescopio essendo appassionato di astronomia. A maggio è uscito il suo primo libro 'Abbazia di San Salvatore a Settimo: un respiro profondo mille anni', frutto di due anni di intenso lavoro passati dentro uno dei luoghi più suggestivi di Scandicci.

Come è nata l'idea di candidarsi?

“Dalle tante persone che in questi mesi mi hanno dimostrato vicinanza e affetto. E' stata una decisione che ho preso, prima di tutto con la mia famiglia, con le persone a me più care. Credo che il motivo di fondo sia il bisogno di rinnovamento di questa città. Appartengo ad una generazione giovane, ho 31 anni. Questo bisogno non è legato solo alla giovane età, ma a idee nuove e fresche da una parte e dall'altra che il rinnovamento non sia percepito come un salto nel buio. Io sommo questa giovane età ad un'esperienza di vita familiare e professionale in questa città.”

Quale è la sua idea di sindaco?

“Non un principe. Un sindaco è sicuramente il primo cittadino della città ma non deve vivere questo ruolo come su un piedistallo o su una torretta d'avorio. Un sindaco oltre a saper governare una città con disinteresse personale, con il massimo della trasparenza e della chiarezza, lo deve fare anche con un approccio di vicinanza sincera ai cittadini e ai loro bisogni. Il cittadino è cittadino sempre, non solo durante i periodi di campagna elettorale; ma soprattutto nei momenti in cui i cittadini non sono solo elettori. Io farò da sindaco un calendario pubblico, dove i quartieri e gli angoli della città non li incontrerò una volta, ma mi darò degli 'step' mese dopo mese”.

Da cosa è caratterizzato il suo programma?

“Da una Scandicci solidale, da una Scandicci innovativa, che si sente un pezzo importante protagonista dell'area metropolitana. Di una Scandicci che vuole modernizzarsi con forza però senza mettere in secondo piano i bisogni degli ultimi, il benessere di una comunità che è dato dal lavoro, dalle opportunità di crescita, da una scuola che sia al centro di una comunità”.

Per esempio?

“Una modernizzazione che passa anche per la valorizzazione del territorio utilizzandolo bene e rispettandone i valori. Questo significa valorizzare il patrimonio paesaggistico e collinare, muoversi con il diritto di muoversi e questo implica l'abbattimento completo delle barriere architettoniche. Significa inter - modalità nell'uso dei trasporti pubblici. In una parola sola innovare costantemente il territorio, dare maggiori opportunità di crescita senza lasciare per ultimi i bisogni della comunità”.

Di cosa ha bisogno Scandicci per continuare ad essere territorio di eccellenze?

“Ha bisogno di una formazione di alta qualità. Scandicci ha nel suo tessuto economico una grande specializzazione nel settore della pelletteria e della moda e deve fare leva con sempre più coraggio e determinazione su questo aspetto. Per farlo deve attrarre formazione di qualità, legare la formazione del territorio con le opportunità che quest'ultimo fornisce. Nel settore della moda e pelletteria ci sono molti margini perché avvenga”.

Cosa intende con far leva sulle eccellenze?

“Vuol dire puntare sulla valorizzazione agricola, del patrimonio collinare. Valorizzare con forza la sua produzione industriale anche innovativa. Ci sono tantissime aziende che rappresentano un'eccellenza importante nel nostro territorio, ottica e di meccanica di precisione”.

Altri settori dove Scandicci ha delle potenzialità?

“Nella logistica, perché ha la grande vicinanza ad infrastrutture esistenti come la strada di grande comunicazione Firenze-Pisa-Livorno, l'autostrada del Sole e su questo il territorio deve caratterizzarsi di più. Noi abbiamo avuto questa grande novità del centro Rogers, non dobbiamo fermarci qui: dobbiamo concludere il parcheggio scambiatore di Villa Costanza. Autostrade deve prendersi le responsabilità che aveva assicurato e terminare l'opera perché sarebbe una crescita importante per la città. Così ci sarebbe la possibilità di far fermare le persone che escono dall'autostrada lì e poi prendere la tramvia fino al centro di Firenze. Una grande opportunità di sviluppo, lungo tutto l'asse della tramvia, per tutte quelle funzioni capaci di attrarre le persone. La tramvia deve essere un mezzo di relazione e crescita per la nostra città”.

Per il commercio quali progetti?

“Valorizzare il commercio, che è importante che deve vivere nel centro e che lo sta facendo da protagonista ma che deve vivere anche nelle aree non centrali della città. Molta attenzione vorrei mettere sul rapporto fra centro e quartieri. Vorrei che le aree non centrali non si sentissero periferie. Per far questo dobbiamo parlare di arredo urbano, della creazione di assi commerciali e anche delle pedonalizzazioni che vorrei fare anche nelle aree non centrali”.

In che senso che non ci si deve fermare al Centro Rogers?

“Dobbiamo fare la pedonalizzazione fino in Piazza Matteotti, una piazza importante. Portare ad ampliare il centro fino alla scuola Fermi, che ha bisogno di una nuova riallocazione. Scandicci può giocare la sfida del futuro solo se non si chiude nei suoi confini amministrativi e solo se diventa e si sente un pezzo dinamico e protagonista dell'area metropolitana. La tramvia, il centro Rogers, il parcheggio scambiatore, l'area ex CNR guardano a questa prospettiva. Se si decide di chiudersi solo nelle mentalità del campanile non si va da nessuna parte. Per altro il campanile in questa città esiste relativamente perché questa città è il comune più fiorentino di tutta l'area. La sua identità è un identità metropolitana”.

Cosa ne pensa di quello che sta succedendo a Li-nea, dopo l'esclusione dell'azienda dal bando regionale del Tpl?

“Sono stato l'unico candidato che ha detto la sua su questa vicenda. L'ho fatto con coraggio perché penso che su questa vicenda bisogna buttare una luce forte. Quando si parla di Li-nea in città si parla del trasporto pubblico su gomma perché questa città da un bel pezzo non ha Ataf. E' servita dalla tramvia con Gest e sotto il profilo del trasporto pubblico su gomma da Li-nea. Se parliamo di Li-nea parliamo dell'azienda che copre totalmente il trasporto pubblico in tutta la città”.

Il futuro di Li-nea come potrebbe influire sul territorio?

“Il futuro di Li-nea riguarda tutta Scandicci. Da un lato prima l'ho fatto da scandiccese più che da candidato, da persona che vive questa città e che vede che ci sono gli autobus di Li-nea in questa città. Ovviamente massima vicinanza ai lavoratori. Io proprio nella lettera aperta che ho mandato all'azienda sottolineo che qualsiasi razionalizzazione dell'azienda non deve essere vissuta sulle spalle dei lavoratori. Io l'appello che faccio alla Regione è che stia molto attenta e che presti attenzione a questo aspetto. Mettere in dubbio il futuro di Li-nea, è una preoccupazione di tutti. Si sta parlando di un'azienda sana sotto il profilo dei bilanci, che è un patrimonio importante per il nostro territorio e che offre un servizio a questo città che è fondamentale, il trasporto su gomma”.

Nell'area industriale di Scandicci, sono presenti molti capannoni abbandonati per ditte che hanno chiuso. Quali sono le idee o i progetti che ha in merito a ciò?

“Questo territorio ha attraversato crisi molto pesanti. E' chiaro che è un modo di fare impresa chiaramente surclassato. Dobbiamo favorire il cambio di pelle della nostra zona industriale. Questo sta già avvenendo, visto che si parla dell'interessamento di Gucci allo stabilimento ex Matec. Dobbiamo riqualificare l'esistente, non possiamo consumare e basta il territorio. I capannoni che adesso sono spenti devono essere riconvertiti in una modalità nuova”.

Quale è stata l'importanza della tramvia per Scandicci?

“Scandicci è cresciuta tanto in questi anni. Il contributo più grande forse lo ha dato la tramvia perché non è solamente un trenino che va avanti e indietro. La tramvia è la mia 'auto blu'. E' uno strumento di crescita di una città, del sentirsi meno marginalizzati. Su questo c'è da dire due cose. Prima di tutto la linea 1 ha un senso se vengono realizzate le altre due altrimenti si pone un problema di sostenibilità di questo mezzo. Il fatto di realizzare le altre due più velocemente possibile non riguarda solo Firenze ma tutta l'aera fiorentina e quindi anche Scandicci”.

E quale sarà in futuro?

“Bisogna progettare nuove sfide e pensare un ulteriore sviluppo della tramvia e di tutti i collegamenti vicino ad essa. Noi abbiamo difficoltà nei collegamenti fra la stazione di Torregalli Nenni e l'Ospedale. Bisogna migliorali sotto il profilo della viabilità e dei trasporti. Manterrò la previsione urbanistica del prolungamento della tramvia fino alla zona industriale. Non si realizza in 2 anni e domani non si mette la prima pietra, ma è un sfida che voglio mantenere per il futuro di questa città. Con la passerella di Badia a Settimo aggiungeremo un'altra linea alla tramvia, perché con la realizzazione della passerella noi per tutta la piana di Settimo aggiungeremo una metropolitana di superficie, il treno che in 13 minuti arrivi a Firenze”.

Quali infrastrutture sono necessarie a Scandicci?

“Io ho preso due impegni. Il primo è la variante di San Vincenzo a Torri, dove domani l'altro viene firmato l'accordo di programma con il sindaco di Scandicci e così potremo andare agli espropri. Un'opera che si aspettava da 40 anni. Io sono uno scandiccese e gli impegni che ho preso li porto fino in fondo. Quando sono diventato assessore in provincia non era una situazione facile, un'opera che non era semplice da fare ed essere riuscito a finanziarla per davvero e metterla nero su bianco sbloccandola è una soddisfazione ed un concretezza che mi piacerebbe mettere in campo per tutta la città”.

Importi per questa variante?

“Sono 5 milioni e 500 mila euro di investimento così ripartiti: 3,9 milioni euro di risorse della Provincia il più grande investimento che la Provincia di Firenze ha in atto, 500 mila euro di risorse comunali ed 1 milione di euro di risorse transitate dalla Regione al comune di Scandicci per una scelta forte che fece l'amministrazione e per la quale io ringrazio il Sindaco, per quanto riguarda l'elettrodotto sul territorio”.

Il secondo impegno è?

“L'altro tema è la passerella ciclo pedonale di Badia a Settimo San Donnino, anche questa attesa da 40 anni e per a quale mi sono scontrato direttamente con Ferrovie. Un'opera per la quale ho promosso una petizione che ha raccolto oltre 2100 firme tra i cittadini di San Donnino e Badia a Settimo. Entro febbraio porteremo tutto in conferenza dei servizi per approvare il progetto definitivo e passare ai prossimi step”.

Ci sono altre infrastrutture, servizi necessari?

“Sviluppo piste ciclabili, un'esigenza che viene espressa in modo molto forte. Ne sono state realizzate molte in questi anni, adesso dobbiamo collegarle fra di loro, arrivando fino ai quartieri non centrali della città. Altro tema importante i fiumi, gli argini che devono diventare anche quelli delle piste ciclabili, green ways. La Greve, la Pesa, l'Arno ormai in buona parte c'è già. Devono diventare luoghi frequentati dalle persone”.

C'è altro che le viene in mente?

“Un'altra questione enorme è fra Firenze e Scandicci è cioè il tema di Pontignale dove oggi c'è una trasformazione ferma doveva venirci un supermercato Ipercoop, ma a questo punto si è arenata o il nodo della rotatoria che spesso è bloccata per enormi volumi di traffico. Questo per dire che sono tutte cose che vanno pianificate assieme a Firenze. In queste cose i confini amministrativi non devono esistere. Dobbiamo iniziare a ragionare insieme per davvero. Invece di fare 11 piani strutturali per l'area fiorentina, bisogna farne uno, un regolamento urbanistico, per essere più semplici”.

Cosa si aspetta da queste primarie?

“Vorrei che queste primarie fossero percepite dalla città come un grande momento di democrazia. Ogni candidato si è messo a disposizione con un progetto e quindi vorrei che non venissero vissute come una crociata. Devono essere un grande momento di democrazia che vince chi ha le idee migliori e chi riesce a trasmettere il maggior grado di passione e competenza di questa città. Si può vincere, si può perdere. Io ovviamente voglio vincere. Bisogna affrontare tutto con serenità perché questo non è il lavoro della tua vita. La certezza è che uno vince e due perdono. I due che perdono si devono mettere a totale disposizione del candidato vincente per portare un buon risultato a casa alle prossime elezioni amministrative e senza chiedere niente in cambio”.

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